America Latina ()
Reportage dal Perù di Fujimori: scheda cronologica1990 - 2001: DA FUJIMORI A TOLEDO
FUJIMORI I
aprile/giugno 1990: arriva "El Chino"
A sorpresa viene eletto presidente lo sconosciuto Alberto Fujimori, ingegnere agrario con genitori giapponesi. L’avversario, il famoso scrittore Mario Vargas Llosa, viene nettamente sconfitto.
5 aprile 1992: autogolpe di Fujimori
Con l’aiuto dell’esercito Fujimori scioglie il Congresso e riorganizza tutto il potere giudiziale.
settembre 1992: cattura di Guzmán
Viene catturato il leader de "Sendero Luminoso", Abimael Guzmán: per Fujimori si tratta di un grande successo, interno e internazionale.
31 ottobre 1993: referendum sulla nuova Costitituzione
I peruviani approvano con uno stretto margine - 53,1 di favorevoli - la nuova carta costituzionale del paese.
FUJIMORI II
aprile 1995: Fujimori vince ancora
Alberto Fujimori viene eletto presidente per la seconda volta consecutiva. Battuto nettamente (3 a 1) il candidato delle opposizioni, l’ex segretario generale dell’Onu Javier Pérez de Cuéllar.
23 agosto 1996: altri 5 anni?
Il partito di Fujimori - "Cambio 90 - Nueva Mayoria" - approva la legge 26657, che modifica l’articolo costituzionale sulla rielezione presidenziale. L’articolo 112 della nuova Costituzione consente al presidente solo 2 mandati consecutivi. Dunque, secondo la legge, Fujimori è al suo secondo e ultimo mandato. Al contrario, secondo l’"interpretazione autentica" della maggioranza, la prima elezione del presidente non ricade tecnicamente dentro l’articolo 112, in quanto egli fu eletto quando vigeva ancora la vecchia costituzione del 1979. Fujimori, quindi, ha diritto a essere candidato per la terza volta consecutiva.
17 dicembre 1996 - 22 aprile 1997: la crisi dell’ambasciata giapponese
Con una spettacolare azione militare di 35 minuti, il 22 aprile viene liberata l’ambasciata giapponese dove da 126 giorni un comando del "Movimiento Revolucionario Tupac Amaru" tiene in ostaggio 72 persone. Durante l’assalto perdono la vita 17 persone: tutti i 14 guerriglieri dell’MRTA, 2 militari e un ostaggio, il giudice Carlos Giusti, oppositore di Fujimori.
30 marzo 1997: assassinio del S.I.N.
A Canta, 100 km a nordest di Lima, viene trovato il cadavere martoriato (senza testa e mani) di Mariella Barreto, agente del "Servicio de Inteligencia Nacional". La Barreto era stata accusata di passare informazioni alla stampa sulla presenza di gruppi paramilitari nelle Forze armate.
29 maggio 1997: destituiti i giudici costituzionali
La maggioranza di Fujimori destituisce i 3 magistrati del Tribunale costituzionale che dichiararono inapplicabile la "legge di interpretazione autentica" che consente al presidente di ripresentarsi come candidato alle elezioni del 2000.
16 giugno 1997: con papa Wojtyla
Fujimori incontra a Roma Giovanni Paolo II. In patria, la visita del presidente viene giudicata dai più come atto di mera propaganda.
13 luglio 1997: Fujimori contro la televisione (indipendente)
Il governo pubblica una risoluzione che cancella la nazionalità peruviana a Baruch Ivcher, proprietario di "Frequencia Latina", uno dei più importanti canali televisivi del Perú. Obiettivo del potere è di mettere a tacere una televisione divenuta improvvisamente molto scomoda. In un suo seguitissimo programma giornalistico domenicale, Contrapunto, il canale aveva sollevato una serie di scandali ad altissimo livello: dalle torture all’agente dei servizi segreti (S.I.N.) Leonor la Rosa, al guadagni esorbitanti del potentissimo assessore presidenziale Vladimiro Montesinos, fino alle intercettazioni telefoniche ai danni di giornalisti ed esponenti dell’opposizione.
16 luglio 1997: dimissioni
Francisco Tudela, ministro per gli affari esteri ed ex ostaggio dell’ambasciata giapponese, rassegna le proprie dimissioni.
luglio 1997: peruviano o giapponese?
Il settimanale peruviano Caretas mette in dubbio la legittimità della presidenza di Fujimori. Secondo la rivista, Fujimori sarebbe nato nel 1934 in Giappone e non nel 1938 a Lima. I suoi documenti sarebbero stati modificati per consentirne la candidatura. La Costituzione, infatti, stabilisce che il presidente deve essere nato in Perú.
15 settembre 1997: la televisione a Fujimori
In attesa della decisione definitiva in merito alla nazionalità di Baruch Ivcher, i giudici attribuiscono l’amministrazione di "Frecuencia Latina" ai fratelli Mendel e Samuel Winter, azionisti di minoranza dell’emittente e (soprattutto) fidati amici di militari e governo. Lavoratori e giornalisti dichiarano che faranno una resistenza non-violenta.
4 giugno - 7 agosto 1998: la meteora Javier Valle Riestra
A sorpresa, il 4 giugno Fujimori nomina primo ministro l'avvocato Javier Valle Riestra, personalità politica indipendente, stimata dall'opposizione. Ma lo strano connubio dura soltanto due mesi; troppe le divergenze tra Valle Riestra e la maggioranza fujimorista. Il 7 agosto il presidente accetta le dimissioni del primo ministro.
20 agosto 1998: destituito il generale Hermoza Ríos
Fujimori solleva dall'incarico il generale Nicolás Hermoza Rios, presidente del comando congiunto delle forze armate, uno degli uomini più potenti del Perú.
27 agosto 1998: bocciato il referendum anti-rielezione
La maggioranza dei congressisti (67 contro 45) respinge la proposta di referendum presentata da un milione e mezzo di peruviani. Nonostante sia incostituzionale, il presidente Fujimori potrà presentarsi come candidato anche alle elezioni dell'anno 2000.
11 ottobre 1998: sarà Andrade l'anti-Fujimori?
"Somos Perú", il movimento di Alberto Andrade, vince le elezioni amministrative, sconfiggendo la formazione fujimorista di "Vamos Vecino". Alberto Andrade, a grande maggioranza, viene riconfermato sindaco di Lima metropolitana.
26 ottobre 1998: accordo di pace con l'Ecuador
A Brasilia Fujimori e Jamil Mahud, presidente dell'Ecuador, firmano un trattato di pace, che pone termine a 56 anni di contenzioso. L'accordo con Quito è un successo d'immagine per il presidente peruviano.
Novembre 1998: proteste a Iquitos
Violente manifestazioni a Iquitos, capitale dell'Amazzonia peruviana, contro l'accordo con l'Ecuador, giudicato troppo favorevole ai vicini del Nord.
9 luglio 1999: il Perù esce dalla Corte interamericana
La "Corte interamericana per i diritti umani", organismo appartenente all'"Organizzazione degli stati americani", ordina al Perù di ripetere il processo contro quattro cileni condannati all'ergastolo per terrorismo. Il governo peruviano respinge la richiesta e decide di ritirare il paese dalla Corte. Il presidente Fujimori accusa l'organo di simpatizzare con i terroristi.
14 luglio 1999: la cattura di "Feliciano"
Nei pressi di Huancayo, durante una spettacolare azione, l'esercito cattura Oscar Ramirez Durand detto "Feliciano", l'ultimo leader di Sendero Luminoso ancora in libertà.
Gennaio 2000: invasioni sospette a Villa El Salvador
Più di 10 mila persone invadono terreni pubblici e privati di Villa El Salvador e Villa Maria del Triunfo. Entrambi i distretti hanno sindaci di "Somos Perú", la formazione politica di Alberto Andrade, avversario del presidente. Gli invasori battezzano i terreni col nome di "Perú 2000", che - guarda caso - coincide con il nome del movimento di Fujimori.
29 febbraio 2000: "Perù 2000" e la frode pre-elettorale
Il "El Comercio", il più grande quotidiano del paese, pubblica un lungo articolo in cui denuncia una frode elettorale perpetrata da "Perú 2000", il movimento del presidente Fujimori. Secondo l'inchiesta giornalistica il movimento avrebbe assunto 400 persone per copiare e falsificare 1 milione e 200 mila firme per iscrivere la organizzazione fujimorista alla competizione elettorale.
FUJIMORI III
9 aprile 2000: primo turno delle presidenziali
Alejandro Toledo ottiene il 40,24% dei voti contro il 49,87 di Fujimori. Ma le elezioni sono state viziate da brogli e irregolarità; per molti analisti il candidato di "Perù Posible" ha in realtà superato il 50% e dovrebbe essere il nuovo presidente del Perù. Fujimori e "Perù 2000" dichiarano che tutto si è svolto regolarmente.
La coalizione di Fujimori ottiene 52 dei 120 seggi parlamentari, lontana dunque dalla maggioranza.
28 maggio 2000: il caso del giornalista Fabian Salazar
Fabian Salazar, collaboratore del quotidiano "La Repubblica" e portavoce di Baruch Ivcher (l'imprenditore espropriato della propria televisione Frecuencia Latina), viene aggredito e torturato da agenti del Servizio d'intelligenza (Sin). Salazar aveva annunciato di essere venuto in possesso di video molto compromettenti per Vladimiro Montesinos e i responsabili degli organismi elettorali (Onpe e Jne).
23 maggio 2000: "Posticipate il secondo turno"
Secondo la "Organizzazione degli stati americani" (Organizacion de Estados Americanos", OEA), la "Defensoria del Pueblo", il "Centro Carter" e molte altre organizzazioni il secondo turno elettorale deve essere posticipato perché si possano effettuare tutti i controlli indispensabili a un corretto svolgimento. Anche in base ai rilievi di questi organismi, Perú Posible di Alejandro Toledo e altri 12 partiti chiedono che il secondo turno delle presidenziali sia rinviato di qualche settimana. In caso contrario, Toledo si ritirerà dalla competizione. L'Ufficio nazionale per le elezioni ("Oficina Nacional de Procesos Electorales", ONPE) e il Tribunale nazionale elettorale ("Jurado Nacional de Elecciones", JPE) respingono la richiesta: il turno di ballottaggio si effettuerà il 28 maggio.
28 maggio 2000: Fujimori corre e vince da solo
Nonostante le frodi e nonostante corra da solo, Alberto Fujimori ottiene soltanto il 51% dei voti. Alejandro Toledo, che si era ritirato dalla competizione, riceve il 17,5%. Le cifre ufficiali parlano poi di un 30% di voti nulli e di un 16% di assenteismo. Quest'ultimo dato è molto importante se si considera che in Perù il voto è obbligatorio e il mancato espletamento dell'obbligo comporta una multa di 33 dollari, una cifra notevole per gran parte dei peruviani.
8 giugno 2000: le Forze armate incoronano Fujimori III
Durante una fastosa cerimonia a San Borja, la cupola militare dichiara Alberto Fujimori vincitore legittimo delle elezioni e lo riconosce come "Jefe Supremo de las Fuerzas Armadas y de la Policía Nacional para el perÍodo 2000-2005". Alla cerimonia è presente l'assessore presidenziale e capo ("de facto") del Servizio d'intelligenza (SIN), Vladimiro Montesinos Torres. Il fatto è contrario all'articolo 116 della Costituzione secondo il quale il presidente presta giuramento e assume l'incarico, davanti al Congresso, il 28 luglio dell'anno in cui si realizza l'elezione.
26-27-28 luglio 2000: la marcia delle opposizioni
Migliaia di peruviani partecipano alla "Marcha de los Cuatro Suyos", indetta da Alejandro Toledo. Gli infiltrati di Fujimori e Montesinos provocano gravi incidenti.
28 luglio 2000: insediamento di Fujimori
Albero Fujimori celebra la sua terza presidenza consecutiva. Alla cerimonia assistono soltanto due presidenti stranieri, Gustavo Noboa dell'Ecuador e Hugo Banzer della Bolivia. Tutti gli altri governi hanno inviato rappresentanti di minor livello.
Intanto nelle piazze di Lima gli agenti governativi, infiltrati tra i manifestanti della marcia dell'opposizione, provocano gravi incidenti. Al termine della manifestazione si contano 6 morti e decine di feriti .
21 agosto 2000: traffico di armi
Fujimori e Montesinos convocano una conferenza stampa per annuciare che agenti segreti peruviani hanno scoperto e smantellato una rete internazionale di trafficanti d'armi. In essa operavano anche militari in pensione.
14 settembre 2000: il video della corruzione
Come una bomba, scoppia lo scandalo del video della corruzione. In esso si vede Vladimiro Montesinos consegnare denaro ad Alberto Kouri, deputato dell'opposizione.
16 settembre 2000: l'annuncio di Fujimori
Il presidente si presenta in televisione per annunciare che intende indire presto nuove elezioni, alle quali egli non sarà candidato. Fujimori promette che i famigerati servizi segreti (il Sin, guidato da Vladimiro Montesinos) saranno sciolti.
23 settembre 2000: la fuga di Montesinos
Vladimiro Montesinos fugge a Panama e chiede asilo politico al governo di Mireya Moscoso. L'opposizione e le organizzazioni per i diritti umani protestano e chiedono che Montesinos rientri nel paese e venga processato.
23 ottobre 2000: il ritorno di Montesinos
Vladimiro Montesinos lascia Panama e torna in Perù. Il vicepresidente Francisco Tudela rassegna le dimissioni, motivandole con il rifiuto della proposta di amnistia avanzata dal governo a favore di militari e agenti di polizia
17 novembre 2000: l'opposizione conquista il Congresso
Per la prima volta dal 1990 un parlamentare dell'opposizione viene eletto presidente del Congresso. Si tratta dell'avvocato costituzionalista Valentin Paniagua, che per 64 voti contro 51 batte il candidato di "Perù 2000", Ricardo Marcenaro. Paniagua sostituisce la fujimorista Martha Hildebrandt, destituita per autoritarismo.
19 novembre 2000: la fuga di Fujimori
Da Tokio Fujimori annuncia di rinunciare all'incarico. Il presidente dimissionario si ferma in Giappone, patria d'origine dei genitori e, come molti sospettavano, suo vero luogo nascita.
LA TRANSIZIONE DI PANIAGUA
22 novembre 2000: nuovo presidente e nuovo primo ministro
Con 62 voti favorevoli e 9 contrari, il Congresso peruviano destituisce Fujimori. Valentin Paniagua viene designato presidente ad interim fino al prossimo 28 luglio. Come premier del governo di transizione incaricato di traghettare il paese all'appuntamento elettorale dell'8 aprile, è nominato Javier Perez de Cuellar, ex segretario generale dell'Onu.
gennaio 2001: 19 candidati alle elezioni di aprile
Per partecipare alle elezioni dell'8 aprile si sono iscritti ben 19 candidati. Intanto, nel paese i media sono invasi dai "vladivideos", le pericolose memorie di Vladimiro Montesinos, che dal suo nascondiglio continua a influenzare pesantemente la vita del Perú.
8 aprile 2001: al primo turno vincono Toledo e Garcia
Alejandro Toledo, il candidato favorito, si ferma al 36,4% dei voti, lontano da quel 50% più uno che gli avrebbe permesso di diventare presidente al primo turno. Al secondo turno verrà sfidato dall'ex presidente Alan Garcia (26,1%), la vera sorpresa delle elezioni. Soltanto al terzo posto Lourdes Flores Nano con il 23,7 dei suffragi.
3 giugno 2001: al secondo turno vince Toledo
Rispettando le previsioni, Alejandro Toledo vince il secondo turno delle presidenziali, sconfiggendo Alan Garcia. Lo spoglio assegna al "Cholo" il 53,08 % dei suffragi contro il 46,92 % di Garcia.
20 giugno 2001: Lori Berenson condannata
Lori Berenson, cittadina statunitense di 31 anni, viene condannata a 20 anni di prigione per aver collaborato con il "Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru". La decisione dei giudici di un tribunale civile è arrivata al termine di un processo di tre mesi. Nel 1996 giudici militari "sin rostro" avevano condannato Lori Berenson all'ergastolo per tradimento della patria e terrorismo. Era accusata di essere una dirigente dell'MRTA e di aver progettato un attacco al Congresso peruviano. Nel settembre dello scorso anno il governo peruviano aveva accettato la richiesta di sottoporre la Berenson a giudizio davanti a un tribunale civile.
23 giugno 2001: terremoto nel Sud del paese
Un violento terremoto colpisce il Sud del Perù. Ci sono 150 morti e dispersi, 1.300 feriti e 40 mila danneggiati. Le città più danneggiate sono Arequipa, Tacna e Moquegua.
24 giugno 2001: la cattura di Montesinos
Il presidente venezuelano Hugo Chávez, al termine del vertice dei presidenti andini, annuncia la cattura di Vladimiro Montesinos. Solo due giorni prima, Chavez era stato per qualche ora a Lima, dove si era incontrato con Alejandro Toledo, promettendo di fare tutto il possibile per catturare l'ex assessore di Fujimori. Da tempo, molte fonti peruviane davano Montesinos in Venezuela, protetto da funzionari governativi e militari.
27 giugno 2001: Montesinos rinchiuso nel "suo" carcere
Vladimiro Montesinos viene trasferito nel carcere di massima sicurezza della base navale di El Callao. Otto anni fa, il carcere fu fatto costruire proprio dall'ex braccio destro di Fujimori per ospitare leaders della guerriglia e narcotrafficanti. Al Callao sono detenuti sia Abimael Guzman, leader di Sendero Luminoso, che Victor Polay, capo del Movimento rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA).
14 luglio 2001: Paniagua installa la "Commissione della verità"
Il presidente Valentin Paniagua vara la "Comisón de la Verdad". L'organismo dovrà indagare sui fatti e le responsabilità della violenza terroristica e della violazione dei diritti umani avvenuti tra il maggio 1980 e il novembre 2000. A presiedere la Commissione è stato chiamato Salomón Lerner Febres, rettore della "Pontificia Università Cattolica del Perù" (vedere intervista). Gli altri componenti sono: Enrique Bernales, direttore della Commissione andina di giuristi; l'antropologo Carlos Ivan Degregori; l'analista politico Carlos Tapia; Alberto Morote, ex rettore dell'Università di Huamanga (Ayacucho); la congressista Beatriz Alva Hart; il padre Gaston Garatea, presidente della Tavola di concertazione per la lotta alla povertà.
ALEJANDRO TOLEDO PRESIDENTE
28 luglio 2001: inizia la presidenza di Alejandro Toledo
Il presidente eletto, Alejandro Toledo, giura davanti al Parlamento di Lima fedeltà alla Costituzione, ai poveri del Perù e agli indios. Intanto, nella sua squadra di governo tutti i ministeri economici sono andati a tecnocrati di chiara fede liberista e con buona stampa a Washington come il responsabile dell'economia, Pedro Pablo Kuczynski. La "sinistra" di Toledo ha avuto gli altri ministeri, tra i quali quello dell'interno assegnato a Fernando Rospigliosi, giornalista, noto paladino dei diritti umani e della lotta antidroga.
30 luglio 2001: Toledo-Pachacutec giura a Machu Picchu (Cuzco)
Alejandro Toledo, detto "el Cholo", primo presidente non bianco del Perù dopo Atahualpa, si reca alla cittadella inca di Machu Picchu per rendere omaggio agli dei incas. "Il Perù - dice - guarda avanti, al mondo globalizzato e tecnologico, ma non vuole dimenticare le sue radici. Prometto che farò tutto il possibile per far progredire il mio paese senza strappare con il passato".
2 agosto 2001: mandato di cattura internazionale per Fujimori
La Corte suprema di Lima spicca un mandato di cattura internazionale contro Fujimori. L'ex presidente è protetto dal governo giapponese, che continua a negare la sua estradizione, adducendo motivi legali (cittadinanza nipponica di Fujimori e assenza di un trattato tra i due paesi).
3 agosto 2001: la Cia finanziava Montesinos
Secondo un'inchiesta del quotidiano statunitense "Miami Herald", la Cia avrebbe versato ai servizi segreti peruviani guidati da Vladimiro Montesinos un milione di dollari ogni anno per 10 anni per combattere il traffico di droga.
16 agosto 2001: le "donne" di Fujimori
Il Congresso dichiara inadatte a svolgere il mandato parlamentare Luz Salgado e Carmen Lozada, congressiste di "Perù 2001" (la formazione dell'ex presidente Fujimori), rielette nelle ultime elezioni.
a cura di Paolo Moiola
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