Parola: DIVERSITÀ ETICA (tra destra e sinistra)
Concetto: la sinistra si interroga sulla propria diversità rispetto alla destra e la risposta è chiara: “sì, la diversità esiste ed è di gran conto”
Una "diversità" esiste, tra sinistra e destra. E proprio i fatti di questi ultimi giorni stanno lì a dimostrarlo. Solo in questa metà del campo può andare in scena lo psicodramma di un partito che, dal vertice alla base, si lacera e si tormenta per una pura questione di etica dei comportamenti, e non certo per una gestione illecita e per atti penalmente rilevanti. Solo in questa metà del campo si può assistere da una parte a un gruppo dirigente che si espone a un "processo", riconosce i suoi errori, cerca di porvi rimedio, e dall'altra a un diffuso malessere degli elettori che scrivono, faxano, manifestano la loro delusione o rappresentano il loro disagio dalle colonne dell'Unità. A destra tutto questo non succede e non potrebbe succedere. A destra, dopo cinque anni di atti moralmente inaccettabili e di leggi eticamente insostenibili (dai condoni ai decoder, dalle Cirami alle Schifani, dalle Gasparri alle Cirielli) nessun leader della maggioranza ha mai espresso un dubbio, nessun partito della Cdl ha mai palesato un mal di pancia, nessun militante ha riempito le pagine del Giornale, del Foglio o del Secolo d'Italia con lettere di denuncia o di protesta.
E un dato di fatto. Se a sinistra c'è a volte un surplus di suscettibilità civica, a destra c'è spesso un deficit di sensibilità democratica.
Massimo Giannini, su la Repubblica del 12 gennaio 2006
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