Blog / In prima pagina (13-05-2008)

BERLUSCONIA 2008 / 5

UN UOMO È LA SUA STORIA (meglio non dimenticarlo)

Genova 13 maggio 2008 - «Il 13 maggio [1917] apparve Maria ai tre pastorelli in cova d’Iria. Ave, Ave, Ave Maria». Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. Il 13 maggio 2008  BERLUSCONI IV è apparso alla camera dei deputati per sparare il suo pistolotto da statico statista impomatato per ottenere la fiducia che per lui è un puro atto pleonastico: a lui interessa l’elezione diretta e non la democrazia parlamentare. Il parlamento per ora è una volgare necessità ed è d’uopo fare buon viso alla bisogna.

Ho sentito il discorso registrato da Repubblica.it. Tutto. Traduco per coloro che non l’hanno sentito: «Poiché ho vinto io, va tutto bene, madama la marchesa!». Ha santificato se stesso e ha beatificato l’opposizione, fino alla sfrontatezza finale d’invocare «su di noi l’aiuto di Dio» (secondo me, dopo questa invocazione, Dio diventa ateo). Ci mancava solo che desse la benedizione urbi et orbi, magari con la mitria in testa e il pastorale in mano. Un Berlusconi papale che dall’inizio alla fine del suo ciarlare, sembrava un sosia di quello che siamo abituati a conoscere.

Se un uomo è LA SUA STORIA, la storia di Berlusconi ci dice che chi ha parlato è falso e speriamo che il PD o quello che resta, visto che le correnti hanno cominciato a soffiare ilari ed alacri, non cada nella trappola.  Spero che Veltroni & C., invece, ascoltino l’invito di Laocoonte ai Troiani: «Timeo Danaos et dona ferentes – Ho paura dei Greci, specialmente quando portano doni» (Publio Virgilio Marrone, Eneide, Libro II, 49).

Ha esaltato il parlamento, ha osannato il suo metodo dolce e rispettoso dei avversari che in questi anni, invece, e fino all’altro ieri, ha infangato, deriso, vituperato, additato al disprezzo, insultato, strappandone anche il programma davanti alla platea dei suoi che ribollivano come una cloaca: un uomo così bugiardo non può essere creduto. Nemmeno l’ombra può essere creduta. Nemmeno dal governo ombra (o fantasma). Che l’opposizione faccia l’opposizione senza sconti e lasci tutta la responsabilità del governo in mano al governo e suo proprietario privato. Ha avuto l’ardire di affermare che «io non sono mai stato solo» perché dice di avere sempre  creduto nella squadra e nel lavoro di gruppo. Ci manca solo che il sole sia fatto di ghiaccio, che l’acqua scorra all’in su e se piove che piova acqua asciutta.

Ha dichiarato lotta all’evasione fiscale: detta da un evasore recidivo, è la più esilarante affermazione dell’anno. Non una parola sulla multa di 400 mila euro al giorno che Corte di Giustizia ha comminato all’Italia per lui che ha tre televisioni.

Intanto apprendiamo che alla data del 13 maggio, le entrate fiscali sono aumentate in rapporto ai primi tre mesi del 2007 di altri 4 miliardi di euro e non per merito di TREMONTI che va in giro a congratularsi da solo con se stesso per le battute sceme che impara a memoria, ma per i meriti dei  vampiri Visco e Padoa Schioppa.

DI PIETRO, da contadino abruzzese, ha fiutato la puzza di tranello e ha messo le mani avanti; mi auguro che VELTRONI segua Di Pietro e non il suo istinto finto ecumenico. Spero ancora che il PD abbia un sussulto di dignità e non stia al gioco di coprire con un’unica coperta le disfatte che arriveranno da questo governo. Intanto a Roma spiriti deboli si sono sentiti autorizzati a bombardare i campi nomadi perché si sentono sostenuti dal governo dal pungo di ferro. A volte succede che anche il ferro si spezzi. Di certo arrugginisce, se lasciato al vento e all’aria.


Note a làtere:

1.   Berlusconi nel suo discorso di auto-incoronazione imperiale, non ha parlato di brogli elettorali, come ha fatto per tutta la campagna elettorale. Domanda: vi sono stati o no? Per ora apprendiamo che qualcuno del suo partito è stato iscritto a ruolo per brogli elettorali a favore di Berlusconi, in Sicilia e all’estero. Vorremmo essere informati della bisogna.

2.   Benedetto XVI domenica 11 maggio 2008 mentre saliva i gradini dell’altare ha inciampato nei paramenti paludati preconciliari. Se si fosse guardato allo specchio, si sarebbe accorto che era vestito come un satrapo persiano del sec. VI a. C. e si sarebbe messo a ridere da solo. Lui per ora vuole riportare la Chiesa al sec. XVI d.C. al tempo del concilio di Trento, in attesa di riportarla ad epoca presocratica. Deve stare attento perché ad andare indietro s’inciampa sui vestiti di altri tempi che non possono stare al passo di questi tempi.

Paolo Farinella prete


Invia a un amico