BERLUSCONIA 2008 / 12
Le donne del Capo
VIVA IL FAMILY DAY: BERLUSCONI, DIFENSORE DELLA FAMIGLIA! LO STATISTA - Ora tutto è chiaro e solo i ciechi di professione si ostineranno a non vedere: è chiaro per i cattolici che hanno votato «questa» destra e «questo» presidente autoverniciato da statista da ombretto, uomo senza onore, dignità e vergogna; è anche chiaro per le donne che durante la campagna elettorale «strisciavano»: «Silvio, santo subito!» (è d’uopo che le tre «s» siano pronunciate mosciamente come si conviene alla destra à la page per darsi un tono da billionaire, ostregheta!). I cattolici sono serviti, dicono le proiezioni statistiche che orde di giovani donne avanzano da destra, da sinistra, da nord e da sud e affollano le chiese per una full immersion di conversione con un corso accelerato «tutto in 24 ore». Giovani, anziane, represse e angosciate, casalinghe e studentesse, tutte sono abbagliate dalla luce della religione cattolica e vogliono diventare cattoliche «doc», non solo, ma pretendono anche il certificato di «troiane che più troiane non si può». Con il sostegno della Presidenza del Consiglio e con una dimostrazione pratica del presidente del consiglio, grande pirla in materia, sembra che le parrocchie di Sardegna vogliano indire un master in troiaggio. Le migliori a insindacabile giudizio dell’Uomo del cactus, saranno assunte direttamente dalla Presidenza del Consiglio.
LE DONNE - I nomi circolano in tutta la rete, tutti sussurrano e nessuno smentisce, in compenso tutte le tv e la maggior parte dei giornali tacciono, riveriscono e nascondono; la tv pubblica poi sembra che sia il portavoce del potente impotente che deve ricorrere al viagra per sopperire la maledizione dell’età. Si-gnorri!, la situazione è tragica, ma non compromessa, il viagra presidenziale fa il resto. Ecco le litanie parziali della sante vergini che sull’altare del Santo Puttanesco hanno sacrificato la loro illibatezza e la loro profonda professionalità, acquista all’ombra dei cactus in quel di Sarda Tellus: Evelina Manna, Elena Russo, Antonella Troise (che lui definisce «la pazza»), Camilla Ferrante, Angela Sozio et per omnia sae-‘cula’ sae-‘culorum’ (è proprio il caso di dirlo). Tutte queste esimie e degnissime signore, sono state e forse sono ancora veline e sculettatrici di talento per raccomandazione ricevuta: pancia in dentro e tette al vento. Ora si aggiunge la presentattricetta tv dal nome roboante, Saint Just, che per cornificare meglio il marito, lo fa sistemare dallo stallone di palazzo Chigi che, però, per tutta questa attività extra-large, dopo la spazzatura di Napoli, le gaffes internazionali e le battute da postribolo, ha anche bisogno di una certa polverina bianca che oltre al vigra aiuta (e come se aiuta). Se lo dice lui? Forse si è consigliato con Giovanardi o con Fini esperti in stupefacenti? O forse ha chiesto lumi al giaculatore Volontè? O forse ancora si è preconfessato da don Gelmini?
Segue Michela Bramba la Rossa, retrocessa da vice ministro a sottosegretaria (ma nessun problema perché si sa dove e come stanno le donne da quella parte!). Segue a ruota il mondo femminile cattolico: Mar(i)a Carfagna, nuova Goretti moderna e Maria Stella Gelmini (che sia parente del prete don Gelmini?) queste sì, pezzi da 89 (= 90-1 perché di 90 ce ne uno solo, tutte le altre ne hanno 89). In poco meno di qualche manciata di anni, la carriera sfolgorante dal cactus al ministero, a quindicimila euro al mese più la gratifica del parrucchiere, – Gesù, Giuseppe e Maria! – cosa si vuole di più? Se Parigi valeva bene una messa, tutto questo val bene un pene con le grucce, o no?
La Mara (Carfà per gli intimi) ad ogni occasione non fa mi(ni)stero di essere fervente cattolica, pia e devota, lei che ha passato i suoi primi 30 anni a spogliarsi alla puttanesca, contro ogni principio morale della sua asserita religione, fino a suscitare eiaculazioni precoci nei cessi delle officine meccaniche e nei camion a lungo tragitto. Questa moderna santa Mar(i)a Goretti, per motivi etici e religiosi, è però decisamente contro tutti gli sporcaccioni come i gay, la sinistra radicale e chi non prega alla sera prima di andare a dormire. Lei è per le pari opportunità del «suo» presidente, che da coerente baciamano papale, regala-crocifissi d’oro, difensore della morale cattolica, parlando con la Mar(i)a Goretti, ora ministra, si sollazza al telefono e le dice come la metterebbe, in che posizione la prenderebbe e quali ortaggi userebbe per fare una insalata mista hard-hard del tipo mezza settimana perché alla sua età, lui, non regge fino a nove; e infatti alla bisogna si fa aiutare dalla polverina bianca e dalle pasticche ergonomiche.
La Maria Stella, assurta a ministro della scuola, è modello di formazione, di educazione e di comportamento sperimentati sul grande timoriere (pardon, puttaniere) che si è prestato come cavia volontaria. Dalle indiscrezioni trapelate da chi possiede i nastri delle registrazioni, il BerluSeduttore di papi, vergini e cardinali (questi non c’entrano niente con i vergini, beninteso!), sembra che emerga un quadro inquietante, confessato al suo amico Fedele di avventure e di altro ancora: udite, udite, la verità che avreste voluto sapere e che nessuno vi ha mai detto: in prestazioni sessuali extraconiugali (senza scopo di lucro, ovvio, no!|) le migliori sono le cattoliche, anzi: «più sono cattoliche più sono troie». La più troiana di tutte, sempre per sentito dire, sarebbe la cattolicissima ministra della «’cul’-tura», Maria Stella Gelmini. Al tempo del duce c’era il ministero della «Minculpop» Ora è rimasto solo il ministero del «cul».
Note a làtere: Sabato 12 luglio alle ore 18,00 ho trovato sulla porta della mia chiesa un manifesto scritto al computer e segnato in rosso: «In questa chiesa non si celebra la messa tradizionale cattolica, ma in stile farinelliano». Questa perla era corredata da due fotocopie de «Il Giornale» di Berlusconi con attacchi veementi contro di me, con un travisamento totale di ciò che dico e faccio. Se Berlusconi pensa di intenerirmi così, sappia che io porto le mutande di amianto resistenti al fuoco e cancerogene.
Paolo Farinella prete
Genova, 12 luglio 2008
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