America Latina ()
Frontera Norte (4): il glossario dell'immigrazione
LE CHIAVI PER IL «PARADISO»Aliens:
Non suscita brividi questo nome? Eppure è il termine ufficiale della burocrazia americana per indicare gli stranieri, i «non-statunitensi».
Border patrol:
È la polizia di frontiera degli Stati Uniti, che, nel sud degli Stati Uniti (la zona «calda»), deve controllare 1.950 miglia di confine.
Brazeros:
Sono i braccianti latinoamericani. Quelli che tagliano l’erba delle ville, raccolgono le foglie dalle piscine o le verdure dai campi.
Brown tide:
Letteralmente la «marea marrone», indica il flusso incontrollabile dei latinoamericani che, lasciati i loro paesi (Messico, Salvador, Nicaragua, Guatemala, Honduras, Haiti, Colombia, Brasile...), tentano di passare illegalmente negli Stati Uniti
Chicanos:
Sono gli immigrati di origine messicana o latinoamericana. Hanno ottenuto la cittadinanza americana o, almeno, un regolare permesso di soggiorno.
Cortina di tortillas:
Soprannome ironico (ma non troppo) dato al fossato, al muro o alla rete metallica che separano le città di Tijuana, in Messico, e San Diego, in California.
Coyote busters:
Le squadre speciali degli Stati Uniti incaricate di scoprire le organizzazioni dei contrabbandieri di braccia.
Coyotes:
Sono le guide «professioniste» che, per denaro, portano i clandestini (i «pollos») aldilà del confine americano.
Cruce:
È, in spagnolo, il fatidico passaggio di frontiera.
Drop houses:
Gli appartamenti dove vengono parcheggiati i clandestini in attesa di una sistemazione.
El Norte:
Sono gli Stati Uniti ovvero la speranza di una vita dignitosa.
Green card:
È «la tessera per il paradiso» (Vittorio Zucconi), la carta di colore verde che consente ad uno straniero di lavorare legalmente negli Stati Uniti; dopo un 5 anni, dà diritto a richiedere la cittadinanza americana. Nel 1994 sono state rilasciate 804 mila «carte verdi».
Immigration lottery:
Non è un refuso di stampa; è la inusuale lotteria promossa dal Dipartimento di stato di Washington che mette in palio (in un numero che varia a seconda dello stato di provenienza) visti di immigrazione permanente negli USA (Anche chi scrive ha partecipato - per pura curiosità - alla lotteria. Ma la fortuna ha guardato altrove.)
I.N.S.:
È la sigla per «Immigration and Naturalization Service», l’agenzia federale americana che si occupa di immigrazione.
Immigration Reform and Control Act:
È la legge che dal 1986 regola l’entrata negli Stati Uniti e la possibilità di lavorarvi legalmente. È imminente il varo di una nuova normativa.
La Migra:
È il nome, in lingua spagnola, della polizia di frontiera americana, la «border patrol».
Polleros:
Sono gli intermediari che mettono in contatto i «pollos» (i clandestini) con i «coyotes» (le guide professioniste).
Pollos:
Sono i clandestini che gli intermediari (polleros) e le guide (coyotes) provvederanno a «spennare».
Proposition 187:
È la proposta di legge contro gli immigrati illegali, a cui la maggioranza dei californiani l’8 novembre 1994 ha dato il proprio assenso. Ma la normativa è ancora bloccata per motivi di costituzionalità .
Simpson-Rodino law:
È la legge federale che, per la prima volta, ha introdotto severe sanzioni per gli americani che assumono lavoratori emigrati clandestinamente negli Stati Uniti; prevedeva, prima della sua entrata in vigore (avvenuta nel 1988), un’amnistia della quale hanno approfittato circa due milioni di immigrati illegali.
S.O.S.:
Save Our State: salviamo il nostro stato (la California). È il nome del comitato promotore della 187.
Verdes:
Sono gli agognati dollari. Oggi ancora più desiderati considerando che il confinante Messico sta vivendo una stagione economica drammatica. Pertanto, un immigrato illegale troverà ora ancora più ragioni per accettare un qualsiasi lavoro per un qualsiasi salario (anche se inferiore al minimo fissato per legge), pur di essere pagato in dollari e mandare qualche soldo alla famiglia rimasta in patria.
Wap:
Letteralmente: «without papers». Dispregiativo che indica gli immigrati illegali.
Wetbacks:
Letteralmente: «sederi bagnati». Ennesimo dispregiativo per indicare gli immigrati latinoamericani.
(a cura di Paolo Moiola)
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