L'altra Chiesa nel Venezuela di Chávez Suore combattive...
«ESISTIAMO! »
Sì, esistiamo! Noi suore nella
chiesa del popolo di Dio. Sempre si parla di vescovi
e sacerdoti per riferirsi alla chiesa, ma noi suore siamo la presenza
di Gesù,
chiamate a costruire il suo progetto di fratellanza tra il popolo.
Viviamo nello stato di Sucre (1). Formiamo
una comunità di comunità, diverse tra
loro, con differenti lavori e distinti luoghi. Siamo unite dall’amore per il popolo
sucrense,
assieme al quale viviamo da molti anni, alcune da 30, altre da 25, altre ancora
da 15. Possiamo dire che
siamo già terra della sua terra.
Siamo figlie dell’Oriente, da dove spunta ogni mattina il sole; anche per questo
viviamo
ponendo attenzione alle luci che nascono nelle nostre realtà quotidiane.
Riconosciamo, appoggiamo e ammiriamo
il progetto bolivariano capeggiato dal
fratello presidente Hugo Chávez Frias, che offre al popolo partecipazione e
protagonismo
assieme alla coscienza di creare la storia che sogniamo.
Come chiesa e come sorelle noi ci sentiamo
identificate con il progetto e ci dispiace
quando alcuni vescovi e sacerdoti bloccano e sminuiscono il momento
storico
che stiamo vivendo (2). Non ci sentiamo rappresentate da essi.
Noi esistiamo! Per questo desideriamo eleggere i
delegati della chiesa per i tavoli
di dialogo, come hanno deciso di fare il governo e l’opposizione. Desideriamo
altresì
che i dialoghi di pace si tengano in uno scenario diverso da Caracas, troppo
segnata dalle rivalità. Suggeriamo
la Guayana, come terra del futuro e come luogo
vitale che può aiutare a sboccare le nostre visioni e prospettive
indirizzandoci ad
un dialogo tra eguali.
Dai nostri piccoli villaggi, dai nostri quartieri di periferia, stiamo
creando tra la
gente piccoli spazi dove è possibile vivere in modo diverso, come vicini ed eguali.
Lavoriamo in
comunità cristiane, gruppi di donne, cooperative, piccoli centri comunitari
di educazione popolare, e sentiamo che oggi
tutti stanno sperimentando
una nuova vitalità.
Sì, esistiamo! Con speranza. Appoggiamo il progetto bolivariano e
desideriamo
dargli energia e tempo perché fiorisca. È troppo chiedere che l’opposizione ci dia
tempo per costruire e
crescere? Il popolo non ha forse aspettato molti anni per diventare
protagonista della storia?
Esistiamo assieme
al popolo degli esclusi e ci organizziamo per manifestare la nostra
visione della vita, per godere, amare e sentirci
compagne e compagni. Ascoltando
ogni settimana «Aló Presidente» (3), si rinnovano le nostre energie solidali
per
continuare con amore e temperamento, le avventure della vita quotidiana.
Capiamo che questo momento storico è pieno di
chiaroscuri, ma noi vogliamo rischiare,
sostenute da una speranza invisibile che ci dice: «Chi ci separerà
dall’amore?
» (Rom 8,35).
Per tutto questo crediamo, affermiamo e gridiamo che esistiamo! E che vale la pena
di
vivere in Venezuela: oggi, qui ed ora (4).
LE COMUNITÀ DI SUORE DI MERITO (ARAYA), SAN LORENZO (MONTES),
QUEBADRA
DE LA NIÑA (PARIA), TUNAPUY (PARIA), EL PEÑON (CUMANÁ)
Note:
(1) Lo stato di Sucre si trova nella regione est del
Venezuela, di fronte al Mar dei Caraibi.
(2) Durante il golpe dell’aprile 2002.
(3) È la trasmissione
domenicale che ha come protagonista il presidente Chávez.
(4) Questa è la traduzione integrale del documento
originale datato 16 novembre 2002.
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